SOLIDARIETA’ AL FASSBINDER DI SASSUOLO

DOPO L’ ENNESIMO SGOMBERO DI UNO SPAZIO NON MERCIFICATO

ESPRIMIAMO SENTITA SOLIDARIETA’ AL FASSBINDER

NUOVA DIMOSTRAZIONE DI COME IL POTERE AGISCE 

NEI CONFRONTI DI CHI NON SI SOTTOMETTE:

REPRESSIONE SGOMBERI E VIOLENZA.

OGNI ESPERIENZA CHE NON RIENTRA NELLE LOGICHE SPECULATIVE DEL MERCATO 

DEVE ESSERE DISTRUTTA AD OGNI COSTO.

LA DITTATURA SECURITARIA MOSTRA ANCORA IL SUO VERO VOLTO.

Gruppo Anarchico Carpigiano

solidarita’ al guernica sgomberato

SOLIDARIETA’ VIVA

alla volontà di autogestire

alla voglia di riprendersi gli spazi che ogni giorno vengono tolti alla collettività

e che sono espressione di una volontà che viene dal basso;

profondamente contrari ad ogni forma di repressione 

da parte di un potere democratico che non vuole ascoltare i bisogni di tutti

e continua con la logica della violenza degli sgomberi delle speculazioni

della dittatura securitaria

COMPLICI CON CHI APRE SPAZI DI LIBERTA’

SOLIDALI CON CHI PER QUESTO VIENE COLPITO DALLA REPRESSIONE

Gruppo Anarchico Carpigiano

E’ VERO.

L’accordo c’è, l’ispettore (alli) Galli ha ragione, abbiamo raggiunto un accordo estremamente vantaggioso con il comune di BONOBO in CONGO.
Ci promettono solo spazi occupati da autogestire e ci offrono BANANE ROSSONERE a tutto spiano.
Nel comune di BONOBO gli spazi sociali non vengono sgomberati ma anzi si sgomberano le sedi dei partiti per fare spazi sociali.
A volte in questi duri territori la vita appare difficile, ma gli abitanti hanno le idee chiare: “meglio un giorno di merda che cento da LEONI”.
Ci apprestiamo a condividerne le motivazioni sostanziali.

gli/le occupanti dell’Ex Caseificio Occupato di Modena in
risposta alle dichiarazioni di Galli e Leoni (ambedue del PdL) circa
l’esistenza di un accordo sottobanco tra l’ExCaseifico e il comune di
Modena

 

IL 2 GIUGNO, VIA

Comunichiamo ufficialmente che martedì 2 giugno abbandoneremo gli
stabili di via San Martino di Mugnano occupati venerdì 10 aprile.
L’impegno che ci eravamo assunti da subito era quello di avviare una
trattativa col proprietario e in caso questi avesse progetti concreti
sugli edifici di abbandonarli. Nell’ultimo incontro avuto col
proprietario domenica 3 maggio abbiamo comunicato la decisione divenuta
di fatto consensuale di uscire il 2 giugno.

Le iniziative fin qui svolte all’Ex Caseificio e le iniziative
ancora in programma fino al 2 giugno dimostrano quanto un’esperienza
autogestionaria come la nostra abbia un enorme seguito e un enorme
significato condiviso. La capacità organizzativa, l’assunzione di
responsabilità collettiva, la solidarietà di tanti vicini ci dicono che
il percorso per un nuovo spazio sociale deve continuare. Cosa succederà
il 3 giugno e dove il nostro percorso si sposterà è difficile da
anticipare. Il 2 giugno usciremo dallo stabile di Mugnano ma già
abbiamo avviato una proficua discussione sul futuro. Pensare di
ricostruire così in fretta un’altra esperienza ai livelli di Libera era
impensabile. La ferita aperta con le macerie volute dall’arroganza e la
menzogna dei Pighi e dei Sitta potrà rimarginarsi solo costruendo una
rete autogestionaria forte sul territorio modenese che arrivi a
riconsegnare alla città un luogo, o più luoghi di socialità non
mercificata, luoghi pieni di possibilità creativa che sapranno legarsi
all’ambiente sia nell’autosufficienza energetica sia come modello
culturale. Abbiamo in programma una tre giorni (22-23-24 maggio)
sull’autosufficienza energetica e sull’autogestione e tante altre
iniziative…l’autogestione continua. 4 maggio 2009

-Ex Caseificio Occupato
-Libera/Agitati
-Anarchici Carpi

L’autogestione è inarrestabile


Inarrestabile
perché si nutre di desideri, sogni, idee, progettualità di individui
liberi.
In autogestione abbiamo occupato questo spazio dando una risposta alle
esigenze e alle volontà di centinaia di persone che sono subito accorse
per condividere questo percorso.
Da un lato le istituzioni controllano il territorio con la logica delle
spartizioni politiche, dall’altro la cultura e i luoghi di aggregazione
sono sempre più soggetti a dinamiche di tipo commerciale.
Ma non possiamo pensare che la socialità e la vivibilità di un
territorio si possano esaurire in queste risposte.
Lo hanno dimostrato le centinaia di persone che hanno attraversato in
questi giorni questo spazio liberato legittimando con la loro presenza
questo percorso, infischiandosene se lo spazio fosse di proprietà
pubblica o privata.
In una società realmente liberata il diritto di proprietà non può
scavalcare il rispetto del territorio come bene comune. Ogni luogo
abbandonato, sia pubblico che privato, è uno spazio sottratto alle
possibili progettualità di una comunità.
Lo spazio che abbiamo occupato è inutilizzato da circa 15 anni e non ci
risulta che su quest’area ci sia da parte del proprietario nessun
progetto immediato. Se fosse così questo posto resterebbe abbandonato
per chissà quanto altro tempo ancora, cosa che risulta negativa alle
persone che abitano qui attorno, che si sono invece mostrate solidali e
contente della una nuova vitalità che ha riconquistato lo spazio.
Già tante realtà sociali, culturali e artistiche che non hanno trovato
risposta da parte delle amministrazioni per poter autogestire le
proprie attività, si sono rese disponibili per condividere con noi
questo percorso.
Per questo continuiamo a ribadire che il processo dell’autogestione è
inarrestabile e facciamo quindi appello alle forze sociali di questa
città per l’apertura di un tavolo di confronto con la proprietà. Un
tavolo dove una figura super partes faccia da garante per un dialogo
costruttivo.
Sarebbe un grave errore rispondere sempre con gli sgomberi a
un’esigenza così forte e diffusa.
Gli/le occupanti dell’ex caseificio di San Martino di Mugnano.

Foto dello spazio:

(1)

(2)

(3)