I CIE SONO LAGER MA A MODENA DIRLO E’ ILLEGALE

Modena, 2 maggio 2010. Improvviso blitz di un gruppo di giovani durante la Messa delle 11 nel Duomo di Modena: i contestatori, ‘armati’ di megafono, hanno lanciato volantini e gridato slogan contro i centri di identificazione ed espulsione degli immigrati (ex Cpt).

Davanti agli occhi dei fedeli sbigottiti per l’improvvisa interruzione della Messa, i giovani hanno gridato frasi contro la Confraternita della Misericordia e il suo presidente, il medico Daniele Giovanardi, fratello del sottosegretario alla presidenza del consiglio Carlo Giovanardi, che gestisce i Cie di Modena e Bologna.

Sui volantini, lanciati in Duomo, i Cie vengono definiti dei lager: “La confraternita delle Misericordie di Modena, presieduta da Daniele Giovanardi, si arricchisce sulla pelle degli immigrati internati – era scritto sui volantini -. La Misericordia nasconde dietro una facciata caritatevole un business sanguinario fatto di pestaggi, violenze, soprusi’’.

I ragazzi sono stati allontanati dal Duomo e poi si sono dispersi per le strade del centro.  

Le indagini si muovono negli ambienti degli anarchici. Sui volantini lanciati dai manifestanti compare una scritta, ‘Fipviauniversita’. E nel pomeriggio lo stesso questore di Modena Salvatore Margherito ha reso noto che per il blitz sono state denunciate quattro persone: sono tutti originari di Bologna, e dovranno rispondere di interruzione di funzione religiosa e calunnia.

A bloccare per primi gli autori del blitz sono stati due poliziotti che partecipavano come fedeli alla funzione religiosa.

Carlo Giovanardi ha commentato:

‘’Questo continuo stillicidio di azioni violente e provocatorie prende di mira proprio quel volontariato cattolico che, da una parte, collabora con le istituzioni per garantire la migliore accoglienza possibile nei centri di identificazione e, dall’ ltra, opera attivamente sul territorio per una piena integrazione di tutti coloro che in Italia cercano onestamente un futuro migliore per sé e per la propria famiglia."

Daniele invece si dice amareggiato, si sente solo, abbandonato non tanto dalle istituzioni, ma soprattutto dalla città e dai cittadini.

E mentre la questura di Modena decide di fornirgli maggiore protezione,riceve messaggi di solidarietà da parte di Pd,Pdl ed altre forze politiche,oltre che da Lapam e dalla chiesa di Modena e Nonantola,che definisce il volantinaggio un atto “inqualificabile, offensivo e meschino,gesto scorretto e teso ad intimidire gente innocente,offensivo per il luogo e momento in cui è avvenuto".

D’altra parte,se i vari partiti non fossero tutti d’accordo,questi LAGER che chiamano CIE non esisterebbero neppure(ricordate la Turco-Napolitano?) e anche la chiesa ha fatto e fa la sua parte nell’addormentare le coscienze della gente su temi come questo.

Ma il dissenso e la ribellione restano forti,e la solidarietà verso i nostri fratelli migranti è parte incrollabile del nostro pensiero e delle nostre azioni.

Turbare le notti e le preghiere di questi bastardi e dei loro complici è sempre la cosa giusta da fare.

Peccato che si finisce in tribunale.

SOLIDARIETA’ ATTIVA AI DENUNCIATI!

CHIUDIAMO I LAGER DI STATO!

APRIAMO OGNI GABBIA!

 

Kenz_

Cie – Milano e Gradisca: scioperi, fughe e pestaggi

In
via Corelli, a Milano, è ancora in corso la mobilitazione contro le
norme del “Pacchetto sicurezza”. Ieri sera, intorno alla mezzanotte, i
reclusi di una delle sezioni del Centro si sono rifiutati di rientrare
nelle celle ed alcuni di loro sono saliti sul tetto per tentare la
fuga. La polizia li ha bloccati e – dopo averli fatti scendere – ha
cominciato a perquisire i corridoi della sezione. Questa mattina la
polizia ha sigillato tutti gli accessi ai tetti e quelli alle
passeggiate.

Già nel pomeriggio di ieri la protesta aveva iniziato a
radicalizzarsi, con alcuni detenuti in sciopero della fame che avevano
iniziato a danneggiare la struttura, furenti per la propria situazione
che non accenna a migliorare e al peggiorare delle condizioni fisiche
di alcuni degli scioperanti. Da parte sua, la Croce Rossa cerca di
stemperare gli animi sostenendo che l’allungamento dei tempi di
permanenza a sei mesi toccherà soltanto chi verrà portato nel Centro
dopo l’entrata in vigore della legge in poi.

Partito dalla sezione maschile del Cie di Milano, lo sciopero della fame si è esteso ad una parte dei reclusi di Bologna.

A Gradisca d’Isonzo, invece, lo sciopero non ha attecchito,
contrariamente alle voci che circolavano nella serata di ieri. Ma, pur
senza scioperare, i reclusi hanno voglia di lottare. Ieri un gruppo di
loro ha inscenato una protesta ed ha provato la fuga. Anche questa
volta sono stati bloccati dalla polizia furente. Questa mattina, la
polizia si è vendicata e ha fatto irruzione dentro alle camerate
riempiendo di botte i presunti responsabili dei fatti del giorno
prima:
«così siamo pari», urlavano gli agenti mentre menavano i reclusi. E poi
hanno bloccato i viveri, lasciando i reclusi senza mangiare e senza
bere.

La lotta è in corso, dunque, e si sta estendendo per davvero dentro ai Centri. Ora sta a noi, fuori, affilare le armi.

Ascolta le dirette su:http://www.autistici.org/macerie/?p=16643

Torino – Breve rivolta nel Cie, appello presidio

riceviamo e diffondiamo:

Questa sera, intorno alle 22,15 i reclusi del Cie di Corso
Brunelleschi si sono ribellati. In tutte le sezioni hanno portato fuori
dalle camerate i materassi e hanno dato fuoco a quello che hanno
potuto. Sono stati circondati quasi immediatamente dai soldati e dalla
polizia e quindi hanno desistito. Già qualche ora prima avevano
comunicato ai solidali che sono in contatto con loro da fuori
l’intenzione di cominciare da domani uno sciopero della fame in tutte
le sezioni, compresa quella delle donne. Questo sono le primissime
notizie che ci giungono da dentro. Seguiranno aggiornamenti.

In
solidarietà con loro, e con i reclusi degli altri Cie in lotta, per
domani (mercoledì 8/7) è indetto un presidio sotto le mura del Centro,
in corso Brunelleschi angolo via Lancia, dalle 18.00 in poi.

per aggiornamenti autistici.org/macerie

GIOVEDÌ 9 LUGLIO 2009, DALLE ORE 16.30 PRESIDIO DAVANTI AL CIE DI PONTE GALERIA

Nelle giornate in cui si svolgerà il G8 vogliamo stare fuori dalle mura
Ponte Galeria, mentre i cosiddetti “grandi della terra” saranno
nascosti dentro una caserma a parlare della crisi. I governi del mondo
chiamano a gran voce la libera circolazione delle merci e dei capitali,
pretendendo di fermare e controllare i flussi migratori, mentre l’unica
possibilità di movimento concessa alle persone sembra essere quella
legata al mercato del turismo o allo sfruttamento del lavoro.
Respingimenti, detenzioni indiscriminate e politiche securitarie di
militarizzazione sembrano essere la risposta dei cosiddetti paesi
industrializzati alla crisi economica e sociale che hanno contribuito a
creare.

Pochi giorni fa è stato definitivamente approvato il “pacchetto
sicurezza”, attraverso cui il territorio dello stato italiano assumerà
ancor di più il carattere di laboratorio a cielo aperto della
repressione permanente. L’entrata o la permanenza “irregolare” al suo
interno diventa reato, la durata massima della permanenza nei CIE
(Centri di Identificazione ed Espulsione) è estesa da 2 a 6 mesi, le
ronde razziste vengono legalizzate, solo per citare alcuni degli
inasprimenti repressivi previsti dalla nuova legge. Intanto i reclusi
dei CIE di Milano, Bologna e Gradisca d’Isonzo stanno già protestando
con uno sciopero della fame.

Vogliamo tornare fuori da Ponte Galeria perché nei CIE finiscono
persone rastrellate per strada mentre tornano a casa dopo una giornata
di lavoro sottopagato, mentre fanno la fila per rinnovare il permesso
di soggiorno, oppure mentre aspettano un amico per uscire la sera.
Chiunque protesti contro le brutali condizioni di vita imposte da
questi lager democratici (sovraffollamento, igiene inesistente,
psicofarmaci come strumento di sedazione di massa, acqua razionata e
negazione di ogni assistenza) si trova a subire violenze fisiche e
intimidazioni. Pestaggi e abusi da parte della polizia e della Croce
Rossa (che gestisce il CIE di Ponte Galeria) sono all’ordine del giorno
e solo negli ultimi tre mesi si sono registrate due morti: Salah
Souidani, morto dopo che il personale sanitario gli aveva rifiutato
l’assistenza medica (e dopo aver inoltre subito un pestaggio
poliziesco, secondo la testimonianza di altri reclusi), e Nabruka
Mimuni, che era in Italia da trent’anni e che, dopo aver ripetutamente
minacciato di togliersi la vita piuttosto che essere rimpatriata, è
stata lasciata in balia del proprio destino.

Non è pensabile che persone che hanno scelto di andarsene dal proprio
paese d’origine, mettendo spesso a rischio la propria vita per
costruirsi un futuro migliore, o per fuggire da un presente di
oppressione, si trovino ad essere rinchiuse in un lager di stato.

La clandestinità non è che una condizione imposta da politiche
razziste, xenofobe, basate sullo sfruttamento e sul ricatto continuo.
Noi non ci dividiamo in “italiani” o stranieri, ma ci consideriamo
tutti e tutte abitanti del mondo.

Libertà di movimento per tutte e tutti.
Chiudere i Centri di Identificazione ed Espulsione.
Contro la società dei recinti e delle frontiere.

GIOVEDÌ 9 LUGLIO, DALLE ORE 16.30 PRESIDIO A PONTE GALERIA:
MUSICA, VOCI, PAROLE.

L’appuntamento per prendere tutte e tutti il trenino è alle 16.00 alla stazione Ostiense.

Portiamo tutta la nostra creatività, la nostra rabbia e la nostra forza
davanti a quelle mura, facciamo sentire a chi vi è rinchius* la
solidarietà di tutt* coloro che non vogliono più tollerare l’esistenza
di questi lager, né le torture e gli omicidi di stato che si vorrebbero
occultare al loro interno.

Il presidio si svolge nel parcheggio della fermata "Fiera di Roma" del
trenino per Fiumicino aeroporto (Via Gaetano Rolli Lorenzini angolo Via
Cesare Chiodi).

Antirazziste e Antirazzisti