la “semina” delle palline d’argilla

 La “semina” delle palline d’argilla

Qui di seguito viene riportato uno stralcio dell’intervista rilasciata da Panos Manikis, non so chi sia (sembrerebbe un contadino ecologista), ma espone una pratica interessante, quella della “semina” delle palline d’argilla.

Tornato in Grecia dal Giappone, ho deciso di fare il contadino.
Così ho acquistato un terreno coltivato per 40anni secondo i criteri dell’agricoltura convenzionale. Per due anni ho evitato qualsiasi tipo di intervento, in questo modo sono arrivato a quello che io chiamo  punto zero, cioè la ricostruzione dell’equilibrio ecologico.
A distanza di 16 anni,quel pezzo di terra si è trasformato in un piccolo paradiso dove ortaggi, cereali, piante da sovescio, alberi da frutto ed essenze forestali crescono in armonia. Quando c’è questa armonia non c’è nessun bisogno di lavorare il terreno, né di usare concimi chimici o diserbanti; non c’è bisogno di effettuare trattamenti chimici per risolvere il problema delle malattie e degli attacchi parassitari. Oggi, nel mio frutteto si trovano più di cento varietà differenti, le piante conservano la loro forma naturale ed io no devo effettuare la potatura perché quando una pianta ha una forma naturale riceve la luce e l’aria in modo uniforme e in questo modo non si sviluppano le malattie. In Greci c’è un proverbio che dice: “la casa che vede il sole, non vede il medico”. Penso che la stessa cosa accada anche in agricoltura.
Si, quello che volevo dire è che oggi l’ essere umano soffre, soffre mentalmente ed anche fisicamente. Questa sofferenza nasce dalla separatezza. L’umano oggi vive profondamente separato dalla Natura e l’unico modo per risolvere i suoi problemi è rimettere al centro della sua vita la Natura.
Non si può vivere felici in un’isola e disinteressarsi del resto del pianeta.
Ecco perché Fukuoka si è sempre operato per rinverdire le aree desertificate, perché è necessario ricreare il paradiso in questa terra. E così, seguendo il suo esempio, dal 1993, insieme ad altre persone, do il mio contributo al miglioramento del pianeta,seminando palline d’argilla al cui interno sono stati situati dei semi.
Anche i bambini possono contribuire alla creazione di un piccolo paradiso giocando con queste biglie di argilla, al cui interno sono inseriti semi di ortaggi, alberi da frutta, specie  forestali,cereali e piante da sovescio che arricchiscono il terreno e creano fertilità. Una parte di questi semi sono raccolti direttamente dai volontari che partecipano all’azione, ma chiunque mangi pesche, ciliegie, albicocche, qualsiasi tipo di frutta, può lasciarne asciugare i semi ed offrirli alla gente che semina sulle montagne.
Ogni anno ci incontriamo in Grecia per diffondere questi semi nelle aree desertificate e sulle montagne spoglie con l’aiuto di volontari, molti dei quali provenienti anche dall’estero. Le palline vengono preparate con la betoniera o manualmente e seminate prima che cominci la stagione delle piogge, quindi in autunno (settembre-ottobre) e primavera (marzo-aprile). Il nostro lavoro si limita a diffondere le palline d’argilla, la Natura penserà a fare il resto. Con le piogge, alcuni semi germogliano altri no, alcune piante muoiono altre sopravvivono e piano piano comincia a cambiare la vegetazione del luogo.
Le palline sono realizzate con la stessa argilla utilizzata per le tegole o i mattoni. Ad essa si possono aggiungere anche altri materiali come cotone o segatura, per creare più resistenti e leggere.
Non c’è niente di scientifico nel nostro lavoro. Non si tratta di usare la mente per scegliere con oculatezza i semi, ci limitiamo a raccogliere tutte le varietà presenti in natura, preparare le palline e seminarle.
Nel 1998, su di una montagna nei pressi di Atene dove era scoppiato un grande incendio, abbiamo effettuato una grande semina, alla quale ha partecipato anche Fukuoka. Dopo quattro mesi la montagna era piena di piante e fiori. In poco tempo si era ricreata una foresta seminando solo palline, senza irrigare, né zappare e senza ricorrere a particolari tecnologie.
Il problema più grande che dobbiamo affrontare quando seminiamo sulle montagne della Grecia o di altri paesi del Mediterraneo è quello di proteggere le piantine appena nate dagli animali selvatici e dal bestiame portato al pascolo. Questo perché la gente è indifferente e sembra non capire che se la Natura muore, anche l’essere umano muore; se la Natura s’ impoverisce anche l’umano diventa più povero. Quando invece la Natura è ricca, anche l’umano diventa più ricco.
[…] Chiunque può seminare e raccogliere semi per offrirli alla Natura, che poi fa il resto del lavoro.
Il mio obbiettivo principale non è quello di mettere su una fattoria naturale, per crearmi un piccolo paradiso privato. Il mio più grande desiderio è quello di provare, insieme ad altre persone, a rinverdire le aree desertiche e le montagne spoglie della Grecia, dell’Italia, e di altri paesi  mediterranei. Questo perché sono convinto, come dice Fukuoka, che: “la pioggia non cade dal cielo, ma sale dal suolo. Non è l’evaporazione dell’acqua dai fiumi, dai laghi o dal mare a creare le nuvole, ma sono le foglie delle piante. Quanto più foglie ci sono e quanto più grandi sono gli alberi,tanta più pioggia ci sarà”.

* Masanobu Fukuoka, fitopatologo giapponese, autore de: “ La rivoluzione del filo di paglia”.

 

tempi moderni, tempo di cambiare

Sono giorni, ormai, che sui giornali locali e non si fa un gran parlare della chiusura delle ceramiche "iris" di Sassuolo, azienda che conta più di 700 dipendenti in vari stabilimenti. Tutti a parlare di crisi economica, della globalizzazione, della cina, dell’euro e chissà cos’altro. Certo, la struttura ormai fatiscente comincia a scricchiolare e, guarda caso, i primi a pagarne le conseguenze sono gli operai. Gli stessi operai che sulle piastrelle ci hanno buttato sudore e vita, per portare a casa un pezzo di pane; quelli che, con il loro lavoro, hanno fatto ingrassare il signor Romano Minozzi il quale, visto il rischio di perdere un po’ del suo capitale decide di sciogliere il gruppo e, come per magia, da un giorno all’altro, tutti a casa ragazzi! è stato bello ma purtroppo il mondo gira così! La cosa è talmente scandalosa che persino i sindacalisti CiGiEllini di turno, che solitamente vanno a braccetto col padrone, non possono esimersi da mettere in atto una protesta forte per trovare una soluzione, far riassumere anche solo una parte dei lavoratori. Via alle trattative, dunque, come se fosse cosa utile trattare in questi casi. Come se fosse una vittoria guadagnare 300 posti su 700. Questo accadrà, viste le proteste e lo scandalo suscitato da questi fatti, probabilmente l’Iris non chiuderà, o almeno non del tutto, rimarrà aperta con ridimensionamento di personale insomma. Bella vittoria!

Epilogo e morale della storia: Il signor Minozzi e company potranno continuare a schiavizzare un po’ di persone anche se, sicuramente, non ci guadagneranno tanto come in passato. Dovranno rinunciare a qualche tartina di caviale, ma se la caveranno. Nel frattempo ci sarà qualche operaio costretto a fare la fame.

La soluzione a tutto questo? Gli operai argentini ad esempio, trovatisi nella stessa situazione qualche anno fa, decisero di rimboccarsi le maniche, armarsi di fionda e occupare per autogestire le fabbriche lasciate vuote dai padroni che, vista la crisi, erano scappati altrove. Occupazioni o no, la macchina economica ormai è logora e mettere olio o carburante non servirà a farla ripartire. che non sia giunta l’ora di rottamarla e cominciare ad andare in bici?

-Tusbo-

 

Il capitalismo nuoce, non ricicliamolo!

Abbiamo tutti davanti agli occhi quotidianamente l’avvicinarsi del disastro ambientale provocato dalla nostra specie col nostro stile di vita.
La necessità di fare qualcosa diventa sempre più oggettiva e viene, per forza di cose e suo malgrado, recepita anche dal sistema politico-economico, che, è bene ricordarlo, è la causa principale del degrado ambientale.
Allora, da qualche anno e in misura sempre maggiore, ci viene proposta come La soluzione il riciclo.
Il riciclo della carta per esempio, tecnica super inquinante, come tutti sappiamo, visto che necessita di additivi molto inquinanti per sbiancarla, enormi quantitativi di acqua per lavarla ed energia, prodotta da fonti inquinanti, per ricreare una carta simile a quella a cui siamo abituati. Il tutto, ci viene detto, per risparmiare alberi e foreste. Gli stessi alberi e le stesse foreste che verranno comunque abbattuti per creare spazio a nuovi pascoli e colture necessarie per assecondare la sempre più massiccia richiesta di carne; le stesse colture che vengono poi distrutte per potervi edificare, creare strade, per lo sviluppo insomma.
Ci fanno differenziare i rifiuti di alluminio per poi fonderli per rifare contenitori che verranno poi rifusi per costruirne altri che potranno essere comunque-visto come sono progettati e costruiti-utilizzati una sola volta; il tutto con un enorme dispendio di combustibile.
Differenziamo il vetro, le bottiglie per fare altre bottiglie, i vasetti per fare altri vasetti inquinando l’atmosfera con la combustione quando potremmo semplicemente lavarli e riutilizzarli creando però un certo “disagio” alle multinazionali del petrolio e alle nuove eco-s.p.a. del riciclo.
Ci riempiono la vita di plastica e l’ unica cosa che viene rivalorizzata è lo scarto del petrolio con cui la plastica si produce, anche lo stesso petrolio che serve per sciogliere plastica, alluminio,vetro, ecc.
Siamo arrivati ad un livello di urbanizzazione in cui anche i “rifiuti” organici, quelli con cui si concimava l’orto o si nutriva la gallina, necessitano di essere trasportati (con mezzi inquinanti) per essere smaltiti o trasformati in torba da mettere sui nostri “verdi” balconi e davanzali che sono una conseguenza della mancanza di terra.
Questi banali esempi sono per dire che solo il capitalismo si ricicla! mantenendo uno stile consumista senza urtare troppo la nascente coscienza ambientalista.
Gli esempi in questo senso si sprecano: veicoli elettrici ad impatto 0 caricati da centrali elettrche a  carbone,  gas,  petrolio, nucleare, inceneritori  ecc.  alla faccia dell’impatto zero.
Tutto questo ha reso l’aria irrespirabile ed ora il capitale ci vende la bici, i pannelli fotovoltaici derivanti da miniere di silicio, olio vegetale che sottrae terra coltivabile e contribuisce a creare fame producendo comunque anidride carbonica sia in fase di coltivazione (trattori, camion, ecc.) sia in fase di combustione; l’effetto serra ringrazia. Pur di farci consumare si sono inventati le posate usa e getta biodegradabili! Potrei e potreste continuare per pagine intere solo per ribadire che il capitalismo ha bisogno di uno sviluppo continuo fatto di un consumo continuo. Il nostro antiecologico stile di vita deve continuare ad arricchire chi ce lo propina, solo che le risorse (combustibili fossili, acqua, aria, terra ecc.) non sono illimitate e allora dobbiamo consumare e riciclare, consumare di più e riciclare di più!
Nel frattempo, fra una pubblicità e un saldo, un lavoro nocivo ed un medicinale tossico, fra un viaggio in paradisi tropicali molto simili a come era il nostro territorio qualche secolo fa, insomma fra una distrazione e l’altra, nessuno ci parla del riutilizzo.
Eggià, vi sto ricordando che l’ unico super market ecocompatibile è la dicarica! Li troverete biciclette e pezzi di ricambio, mobilio, vestiti,vasetti per la vostra passata concimata con gli “scarti” vegetali ecc ecc.
Ma questa supermarket, essendo ecocompatibile, va contro il capitalismo che corre ai ripari con ordinanze di sindaci di destra e sinistra che vietano di prendere le cose in discarica, ti denunciano per furto! Però, va detto, costruiscono (dove c’era terra) la nuova piscina con i pannelli solari!
Insomma, chi volesse aprire gli occhi non farebbe molta fatica a capire che il “capitalismo verde” non può esistere a causa della natura stessa del sistema che è un sistema di crescita continua. Il capitalismo non può essere persuaso a porre un freno al suo sviluppo, che è basato sul consumo-sfruttamento-devastazione della vita e del territorio.
Quindi se siete interessati alla sopravvivenza dell’essere umano su questo pianeta probabilmente non dovreste accontentarvi delle istanze riformiste di partiti e partitini che basano la loro stessa esistenza sul mantenimento del capitalismo, ma dovreste rivoluzionare il vostro stile di vita e come farlo non sarò certo io a dirvelo visto che ragionare è ecocompatibile. Però voglio ricordarvi che il pianeta non ha bisogno di noi, siamo noi ad avere bisogno di Lui.

Saul

sabato 17 gennaio

 
Sabato 17 gennaio dalle 18
il Collettivo lib./anarchico
Spazi Sociali
organizza:
presentazione dell’opuscolo sugli spazi sociali+aperitivo
e alle 20.30 CENA di autofinanziamento
 
 
 
Il tutto al dopo lavoro di via S.Agata 13 a Modena
 
(se vieni a cena fallo sapere!)
 

Polveri Sottili e Partiti Democratici

Anche quest’anno puntuali come sempre arrivano le manovre antismog.
L’aria anche in un periodo fitto di precipitazioni come questo è irrespirabile e i livelli di PM10 (La sigla PM10 identifica materiale presente nell’atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico medio è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro.) sono sforati molti giorni all’anno. A rassicurarci di volta in volta ci sono vari rappresentanti vari rappresentanti ad esempio come spiega Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, «la manovra antismog fa parte delle azioni previste dal Piano provinciale per il risanamento della qualità dell’aria. In questo ambito – annuncia Caldana – è in dirittura d’arrivo la sottoscrizione da parte delle Province di Modena e Reggio, dei Comuni del distretto ceramico e da Confindustria ceramica, di un protocollo per il controllo e la progressiva riduzione delle emissioni in atmosfera nell’intero distretto». L’intesa prevede, tra l’altro, limiti più severi per le emissioni in atmosfera da parte delle imprese.
A dispetto di quello che ci viene detto la quantità di giorni di sforamento aumenta d’anno in anno il traffico veicolare vede la nascita di nuove arterie viarie con una frequenza imbarazzante (dal punto di vista ecologico) il verde continua a lasciare sempre più spazio al cemento (A carpi sentii dire dall’assessore Arletti: dato che il settore tessile è in crisi cerchiamo di puntare e rilanciare sull’edile.) e la qualità della vita della provincia di modena ricopre posizioni sempre più basse in una classifica delle città italiane.
per fortuna le prossime elezioni vedono all’orizzonte la venuta del partito democratico, una nuova generazione di politicanti con un ottimo piano pluriennale con uno sguardo volto al futuro e con l’orecchio teso ad ascoltare ogni richiesta dei propri concittadini. finalmente democrazia per tutti ognuno avrà spazio per godere della libertà della democrazia. ma… un’attimo, sento alla radio che il sindaco di modena giorgio pighi si ricandiderà alle prossime amministrative ed la preferenza dei modenesi nei suoi confronti è del 54 percento, anche campedelli, sindaco di carpi, si candiderà l’anno prossimo sempre come rappresentante del pd. dunque il primo  è quello che fece sgomberare violentemente libera, per poter permettere la costruzione di un’autodromo nell’ultima area verde vicino alla città e aprire la quarta corsia d’incenerimento e mille altre cose tutte in barba ad una vasta opposizione cittadina per le varie opere grandemente devastanti. il secondo è quello che rese edificabile l’exparco dell’excremeria, sta tentando di privattizare l’azienda pubblica locale che fornisce servizio idrico, ha permesso la creazione di vere e proprie opere di scempio edile ed anche qui la voce dei cittadini forse era troppo flebile…
insomma nè in provincia nè al governo cambiano le facce e tantomeno l’atteggiamento, non importa se si chiamo forza italia pd cdc. a carpi c’è un governo di sinistra dal dopoguerre prima pci poi ds e tra poco ci scommetto pd. la partecipazione libertà percepite sono sempre più sottili, sì insomma ora sono inesistenti. rispetto al seggio abbiamo però una libertà lasciare votare gli altri e creare uno spazio di libertà, che sia una strada una piazza una casa in cui ciascuno si fà amministratore di se stesso. autogestite le vostre vite.