forse preferivo la frusta


.. FORSE PREFERIVO LA FRUSTA..

Ci dicono che c’è il benessere, ci riempiono di immagini e parole che raccontano di chi sta peggio, mangiamo 2, 3, 4 volte al giorno e ci spostiamo velocemente dal mare alla montagna; insomma non ci dovrebbe mancare proprio nulla, nulla di cui potersi lamentare.
Eppure, guardandomi intorno, guardando il telegiornale o chi cammina per strada, non mi sembra..
Immagino che chi sta bene non vede nel proprio vicino il peggior nemico, non si compiace di aver fregato un suo simile, non gode  nell’ esercitare potere su qualcuno eppure, tutto questo accade continuamente.
La Dignità! Ecco cosa manca, ecco cosa ci è precluso da questa società dell’ abbondanza fino allo spreco.
Allora mi chiedo come si potrebbe riconquistare la Dignità e mi chiedo da dove si “attinge” Dignità..
La Dignità, penso, si ottenga solo vedendo i propri reali bisogni assecondati, e proprio qui, nella nostra società, la soddisfazione dei bisogni è fra le cose, una delle principali, che non devono esistere; senza bisogni non si spende, senza bisogni non ci si sottomette, senza bisogni non si va in guerra e non si considera la Vita una guerra, senza bisogni non si provano odio e paura, non si compete né si obbedisce: senza bisogni si vive!
La Dignità quindi è un problema per chi ci vuole sudditi, ed allora: mode in continuo cambiamento, lavatrici, lavastoviglie, telefono e macchina veloce per correre da una città all’altra sempre più uguali fra loro, l’apparenza o l’emarginazione, vacanze esotiche costate un anno di incolonnamenti, insomma tanta, tanta pubblicità!
Tutto ci deve apparire necessario, un reale bisogno appunto; le nuove scarpe, il profumo per non chiedere mai, tv a pagamento per essere quasi attori, beh, almeno primi spettatori, l’ oroscopo sul telefonino con la nuova suoneria che ti farà far colpo sul tuo collega, potrei continuare per ore e, quando l’elenco sarebbe quasi finito, già nuovi bisogni sarebbero pronti a sedurci.. incatenarci.
Tutti bisogni a cui rispondere, tutti inviti che suonano come doveri, tutte necessità da assecondare! E dove non arrivano i falsi bisogni a sottometterci, arrivano caritatevoli predicatori a donarci sensi di colpa e ipocrite verità.
In una società così si deve correre, non si può badare agli altri e nemmeno a sé stessi; non si può star bene!
Su questo malessere indotto, chiamato benessere, si costruiscono imperi, si manda la gente a morire in guerra, in fabbrica, di overdose, razzismo o  suicidio,  non c’è posto per solidarietà, condivisione o giustizia; non c’è posto per la Dignità.
Questo stato di cose è voluto e alimentato lucidamente da  chi brama potere, dai politici di turno e non, da padroni presidenti e preti!
Riempiendoci di falsi bisogni, non esauditi né esaudibili, o di dogmi inumani ci rubano la Libertà, ci rubano la Vita.
Molte persone hanno capito questo. Chi si ribella e sceglie di rischiare la frusta, che oggi è carcere, psichiatria o latitanza, per cambiare questa società dell’ingiustizia basata sulla competizione  l’ha capito! Ha capito che senza Dignità non c’è comunque libertà!
Questo scritto è nato dai dubbi di uno che, se proprio deve scegliere fra essere sedotto e infelice o frustato perchè ribelle: forse preferisce la frusta..
È più libero un ribelle in una gabbia che un consumatore al supermercato!
Solo riconoscendo i reali bisogni si può uscire dal ruolo di ansiosi consumatori a cui ci vogliono incatenati, solo lottando perché tutti vedano le proprie necessità appagate si può costruire una società giusta, ci si può liberare. Il consumismo è un’inquinante prigione.
Chi ruba la Dignità ci fa vivere nel terrore! Terrorista è il capitalismo e i suoi stati! Terrorista è la religione e i suoi preti!
Ribellarsi rende liberi!
s.