Milano: 220mila euro alle ronde neroazzurre

da assembleantifascistabologna

A Milano le ronde nere
c’erano già, ma travestite d’azzurro. Basta infatti aprire lo spazio
giuridico, attivare lauti finanziamenti – sottratti alla collettività –
e i neofascisti arrivano come mosche, come spiega Repubblica. Ma neppure il centrosinistra risulta estraneo al rondismo…

In testa porta il
berretto azzurro, ma il suo cuore è nero. Vincenzo Scavo, presidente
dei Blue Berets, è il tesserato numero 090203 del partito Destra
nazionale Msi, la stessa formazione politica che organizza le “ronde
nere” con divise da Ventennio fascista. L’iscrizione di Scavo al
partito è del 16 agosto 2003 e scadrà nel 2013. Fino a quel giorno, il
capo dell’associazione a cui il Comune dà 220mila euro per fare
vigilanza in metropolitana è “dirigente nazionale” del Msi di Gaetano
Saya.

L’uomo che guida le ronde regolari, che il vicesindaco Riccardo De
Corato definisce «un contributo importante per la sicurezza delle fasce
più deboli e indifese», appartiene a un movimento politico che per
simboli ha l’aquila imperiale e il sole nero, stemma del misticismo
nazista. E Scavo non è solo. Altro ex iscritto al Msi passato anche per
i Blue Berets è Riccardo Sindoca, accusato nel 2005 dalla procura di
Genova del tentativo di costituire un servizio segreto parallelo. Sul
banco degli imputati c’era anche Saya, fondatore del partito.
L’inchiesta è ancora aperta. Sulla tessera di iscrizione ai berretti
blu, del 3 marzo 2004, Sindoca è registrato con il grado di
“Colonnello”.

Il sospetto che i Blue Berets, cui il Comune affida da due anni servizi
di ronda, potessero avere simpatie estremiste era stato sollevato dal
Pd, che in un’interrogazione parlamentare del 26 giugno segnala «la
vicinanza dei berretti blu ad Azione sociale, il partito di Alessandra
Mussolini». Lo stesso giorno, De Corato risponde che «l’associazione
non ha alcun legame politico». E sfida l’opposizione: «Tirino fuori le
prove». La Mussolini non sembra entrarci, il Pd ha sbagliato mira, ma
di poco. A provare invece l’appartenenza di Scavo al Msi, oltre a
tessera e modulo di adesione, c’è la conferma di Maria Antonietta
Cannizzaro, presidente del partito: «È un nostro dirigente nazionale –
dice – non partecipa più alla vita del movimento, ma non avendo
restituito la tessera resta in carica fino al 2013».

Nel manifesto dei Blue Berets, Scavo traccia il profilo del perfetto
volontario: «È colui che per scelta di vita dona gratuitamente parte
del suo tempo per gli altri, che lavora in silenzio senza aspettarsi
gratificazione». Ma la gratificazione alla fine è arrivata: dieci
giorni fa il Comune ha affidato all’associazione la vigilanza notturna
nel metrò. Fino a 26 “agenti” disarmati che controllano i treni dalle
22.30 a fine corsa. Per il servizio, vinto con gara, ai Blue Berets
vanno 220mila euro, presi dal bilancio di Atm. E proprio su quei soldi
ieri l’opposizione in Consiglio comunale ha chiesto spiegazioni.

Francesco Rizzati del Pdci scrive a De Corato e al presidente di Atm,
Elio Catania: «È possibile sprecare risorse, quando Atm non riesce
nemmeno a rispettare il piano di investimenti?». Il Comune ha più volte
indicato nell’efficienza dei Blue Berets la ragione del loro
coinvolgimento nel piano sicurezza, per il quale nel 2009 sono stati
stanziati complessivamente 850mila euro. I report di Palazzo Marino
parlano di 1.421 interventi fatti dai berretti blu fra il giugno 2008 e
l’aprile 2009, di cui 324 alla stazione Centrale. Tutte situazioni in
cui i rondisti hanno segnalato alle forze dell’ordine reati, oppure
hanno immobilizzato chi li commetteva aspettando poi l’arrivo degli
agenti.

Mentre i Blue Berets di Scavo lavorano per il Comune con
l’autorizzazione della prefettura, anche la Guardia Nazionale, la ronda
nera, si prepara ad aprire una sede milanese. «Il pacchetto sicurezza
ci autorizza a farlo – dice Cannizzaro – la inaugureremo tra due
settimane». Quartier generale al piano terra di Palazzo Rapisarda, in
via Chiaravalle. Una sala con bagni e camerini per indossare le divise.
«Dalle giubbe faremo sparire il sole nero, almeno durante il servizio
di vigilanza in strada, ma non l’aquila», aggiunge la presidentessa.

L’edificio, che ospita anche la sede del partito, è di proprietà
dell’ex craxiano Angelo Fiaccabrino ed è stato scelto «perché lì è nata
Forza Italia – precisa Cannizzaro – e vogliamo dimostrare a Berlusconi
il nostro appoggio». Dopo la presentazione delle ronde nere, un mese
fa, le procure di Milano e Torino hanno aperto fascicoli. E tutta la
politica, con Palazzo Marino in testa, aveva bollato come «aberrante»
l’iniziativa. «Queste ronde di partito – diceva De Corato – sono una
cosa molto diversa dalle associazioni sane che operano per la
sicurezza». «Come i Blue Berets», appunto.