da assembleantifascistabologna
3 Lug, 2009
Mentre in Italia sono state approvate nuove leggi razziste, si
moltiplicano gli atti di intolleranza e intimidazione a sfondo razzista
e sessista, ad esempio a Pesaro. E come al solito i giornali
minimizzano… Già nel settembre 2008 i giovani comunisti di Pesaro
avevano dichiarato: “Da circa 2 anni a questa parte il territorio di
Pesaro e provincia si è trasformato in una ‘zona franca’ dove gruppi di
estrema destra praticano liberamente e impunemente la propria dottrina
squadrista”.
[dal resto del carlino]
1 luglio 2009. I cinque, tra cui un minorenne, avevano diffuso le loro
“gesta” sul web. Sono stati così identificati e denunciati con l’accusa
di discriminazione razziale e minacce aggravate. Si sono giustificati
dicendo: “Rubano il lavoro agli italiani”.
Cinque ragazzi residenti a Colbordolo e Tavullia sono stati denunciati
dai carabinieri con l’accusa di discriminazione razziale e minacce
aggravate. I cinque, tra cui un minorenne, avrebbero anche sparato a un
nigeriano con pistole soft air.
L’identificazione dei ragazzi è avvenuta tramite Youtube, il sito web
dove avevano riversato loro “gesta”, come l’assalto a un casolare
abbandonato che pensavano fosse occupato da immigrati. I militari sono
arrivati all’autore grazie al suo nickname.
Nelle abitazioni degli indagati, sono state trovate armi da soft air
(due pistole, due fucili ad aria compressa) un coltello, vessilli di
matrice fascista e busti raffiguranti Mussolini. Le indagini sono
scattate il 22 febbraio scorso quando un giovane nigeriano (residente
con la famiglia a Colbordolo) era stato colpito da pallini, mentre
viaggiava in moto.
L’immigrato aveva subìto ferite guaribili in sette giorni. Nello stesso
periodo alcuni giovani in auto avevano insultato persone di colore alla
fermata dell’autobus. Qualcuno degli indagati ha accolto in lacrime
l’arrivo dei carabinieri, ma tutti hanno ammesso le loro responsabilità.
Hanno detto di avercela con i neri e gli stranieri “perché rubano il
lavoro agli italiani”, anche se nessuno di loro ha problemi di
occupazione. Avevano cercato di iscriversi a un’associazione pesarese
di soft air, che non li aveva accettati. Il gruppetto non era aderente
a formazioni politiche di estrema destra o naziskin.