Carpi, seimila abitazioni invendute

 Sulla gazzetta di carpi di martedì 23 giugno campeggia un’articolo che spiega come il settore vendite immobiliari sia incrisi e, di conseguenza, tanti immobili rimangono vuoti. Probabilmente c’è da chiedersi se non ci siano anche altre cause che scatenano questo fenomeno. Ad esempio, non è che per caso ci siano errori clamorosi di gestione del territorio da parte della classe politica? Se la richiesta è così bassa, perchè il consiglio comunale continua ad approvare modifiche al piano regolatore ed i cantieri spuntano come funghi? Seimila abitazioni invendute equivalgono a seimila immobili perfettamente inutili e inutilizzati, senza contare poi quelli venduti ma non affittati. Un rapporto così alto di case invendute rispetto al numero di abitanti non può essere solo frutto della crisi economica, il motivo vero è che si è costruito (e si continua a costruire) troppo. Eppure, per i prossimi anni, ci sono grandi progetti in campo: dalle due torri in zona industriale, agli alberghi, alle nuove piazze e ancora appartamenti a non finire… Si continua a costruire senza ritegno, cose inutili e che soprattutto uccidono il territorio e i suoi abitanti.

L’altro ragionamento che si può ricavare da questo articolo è che ci sono tantissime case vuote ma i prezzi non calano (degli affitti poi non se ne parla nemmeno) e di famiglie in ristrettezze economiche ce ne sono parecchie. Allora la cosa assume la sfumatura di una presa in giro: c’è chi si permette di costruire altre case vuote che rimarranno tali col supporto della classe politica, e c’è chi una casa non se la può nemmeno permettere. Morale della favola: se non si fa qualcosa per riportare la gestione del territorio a chi lo abita, presto ci troveremo tutti immersi nel cemento.