By ironriot at 13 giugno, 2009, 8:14 am
Fonti della nota associazione femminista afgana Rawa (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan), contattate da PeaceReporter,
hanno confermato che erano italiani, non statunitensi, i soldati che lo
scorso 16 maggio hanno ucciso un contadino afgano di trent’anni, Abdul
Manan, nella provincia di Farah, nel villaggio di Pusht-e-Rod.
“Abbiamo nuovamente contattato gli abitanti del villaggio – ci scrive Rawa –
e ci hanno detto che sul blindato da cui hanno sparato al contadino
c’era scritto ‘Italia’ in caratteri persiani. Ne sono sicuri”.
Già
nei giorni scorsi, la stessa associazione aveva diffuso la notizia
dell’uccisione di Abdul Manan riportando che, secondo i residenti del
suo villaggio, a sparare erano stati soldati italiani. “La sera del 16
maggio – scriveva Rawa – Abdul Manan stava lavorando nel suo
campo quando truppe straniere gli hanno sparato e lo hanno ucciso
usando un’arma che gli ha provocato gravi ustioni sul volto e sul
corpo. Anche se la nazionalità dei militari non è stata resa nota, la
gente del posto dice che erano italiani. Il giorno dopo, gente del
villaggio ha portato il cadavere davanti all’ufficio del governatore di
Farah per protestare e per chiedere giustizia. Il governatore non ha
voluto riceverli e loro, infuriati, hanno provato a fare irruzione
nell’edificio. La polizia li ha respinti sparando in aria e così sono
tornati al villaggio con il cadavere”.
L’agenzia di stampa afgana Quqnoos lo
scorso 19 maggio aveva riportato la notizia di un contadino ucciso
nello stesso distretto, ma da soldati statunitensi. Si tratta
certamente dello stesso fatto, poiché anche in quel caso si parlava di
proteste davanti all’ufficio del governatore e di pesanti ustioni sul
cadavere che, secondo l’agenzia afgana, erano state provocate da una
granata lanciata dai soldati stranieri sul corpo del contadino dopo
avergli sparato.
Enrico Piovesana