SICURI DA MORIRE

Sicuri da morire.

In questa città i carabinieri sparano
e uccidono.

Se poi sei tunisino, con un sospetto
carico di droga, le probabilità sono maggiori.

Questo è quello che è successo in via
argine panzano venerdì 2 aprile.

Un’azione antidroga di “routine”,
un posto di blocco ed il gioco è fatto.

I recenti fatti di Campogalliano, che
vedono coinvolti una coppia di migranti e una pattuglia di
carabinieri, dimostrano come chi ha la pretesa di proteggerci sia ben
più pericoloso di quanto non si creda.

Passano in sordina sui giornali ma
avvengono tutti i giorni: sono gli abusi di potere, e chi ci rimette
sono sempre i civili. Tutto questo ci spinge a domandarci quale sia
il confine tra legalità e legittimità e, sopratutto, se la prima
possa essere usata come scusa per scavalcare la seconda.

Dagli abusi agli omicidi nelle carceri,
ai centri di identificazione ed espulsione (veri e propri campi di
concentramento); in ogni luogo dove si pretende di rafforzare la
“legalità” sono una costante le violenze e le sopraffazioni da
chi detiene e difende il potere.

In aggiunta a questo, il contenuto del
“pacchetto sicurezza” si sta dimostrando una bomba liberticida
dagli effetti, anche collaterali, devastanti proprio perché affossa
la legittimità delle azioni nella volontà di mantenere una legalità
anche solo apparente.

C’è poi chi, come la lega nord, spiana
pericolosamente la strada a questo approccio col solito populismo
razzista e i manifestini stile ventennio, richiedendo che chi ha
ucciso non venga nemmeno denunciato, proprio come succede in tempo di
guerra: la vita di un uomo non vale niente se messa di fronte
all’arma legalitaria dei militari.

 

In questa città i carabinieri sparano
e uccidono.

E in questa città dovremmo sentirci
sicuri.

Sicuri da morire.

Gruppo Anarchico Carpigiano.