il comunicato dell’occupazione/liberazione di uno spazio di terra nell’area di Mirafiori, nei pressi di El Paso Occupato
MIRAFIORI
SEMI NEL CEMENTO
Torino, Mirafiori-Lingotto. Alveare di cemento costruito intorno
alla Fiat. Quartiere operaio nato da un vero e proprio esodo, che ha
ammassato uomini e donne a ridosso delle fabbriche in cui, giorno dopo
giorno, naufragava il miraggio di una vita più libera e felice. Tanti
sono morti tra macchinari e catene di montaggio, chi stroncato da
incidenti mortali chi consumato lentamente da cosiddette “malattie
professionali”. Quasi tutti hanno capito l’inganno che stava dietro
alla promessa di un radioso futuro garantito dalla produzione
industriale.
Da circa un decennio, a ridosso della ferrovia, in
corso Caio Plinio, languono alcuni terreni di proprietà di enti
pubblici. Per anni questi pezzi di terra sono stati vissuti dagli
abitanti del quartiere, trasformati in orti urbani e in luoghi di
incontro e socialità, spazi e momenti sottratti al ritmo della
fabbrica. Oggi, solo una piccola parte di questi terreni è ancora
coltivata da abitanti della zona, mentre la gran parte è stata
sgomberata e recintata; si è preferito imporne l’abbandono piuttosto
che permettere a qualcuno di ritagliarsi questo pur minimo spazio di
autonomia.
Oggi più che mai, mentre sempre più persone ogni giorno
perdono il lavoro e faticano ad arrivare a fine mese, ciò rappresenta
un insopportabile affronto, un insulto al buon senso, al pari della
quotidiana distruzione di tonnellate di verdura e frutta o delle
migliaia di case vuote e disabitate per tenere alti i prezzi di mercato.
Noi,
oggi, abbiamo deciso di riappropriarci di ciò che ci è stato sottratto,
a cominciare da queste terre, facendone nuovamente degli orti da
condividere con chiunque, del quartiere o meno, ne abbia desiderio. Di
fronte al dilagare della crisi e della povertà, mentre il governo non
trova di meglio che proporre di consumare di più, abbiamo cominciato a
praticare la strada opposta, auto-organizzandoci senza deleghe,
riappropriandoci di spazi di autonomia e fonti di sostentamento,
contrapponendo momenti di socialità, condivisione e vita, al modello
“casa-lavoro-supermarket” che ha ormai fatto il suo tempo. Mentre
infatti, da un lato, sempre più persone si rendono conto della
inutilità e della nocività del “benessere” con cui hanno barattato la
propria libertà, dall’altro lato la crisi che avanza riserva quei ben
miseri privilegi a una minoranza sempre più ristretta, non riuscendo a
garantire nemmeno più la sopravvivenza a tutti gli altri.
Allora
forse questa bella crisi che travolge ogni certezza può rappresentare
un’opportunità: invece dell’ennesimo motivo per continuare a lamentarsi
e sprofondare tra miseria e rassegnazione, può esser l’occasione di
reagire, iniziando a riprenderci ciò di cui abbiamo bisogno.
A cominciare da un pezzetto di terra abbandonato davanti a casa.
Noi oggi, insieme alla primavera, abbiamo cominciato.
Torino – 22 marzo 2009
Ortolani di ventura a Mirafiori
Questa iniziativa è dedicata a tutti coloro che hanno abbandonato la
propria terra, spesso abbandonando la terra, alla ricerca di una vita
migliore, e invece hanno trovato una città-galera, ma non hanno perso
la dignità.